venerdì 30 aprile 2010

semina


Mi sono svegliata di buon mattino, quando ancora tutto era buio.
Prima del rumore degli scarponi dell'esercito di Felice.
Sarà l'adrenalina ancora in circolo.
Settimana di semina, ora aspetto che qualcosa germogli.
Settimana di colloqui, inaspettati.
Due, proposte importanti, molto importanti.
Questa mattina mi sono svegliata pensando alla riorganizzazione delle mie giornate.
Cerco di volare basso, Graziano ieri mi diceva che se riesco a camminare oggi toccando il suolo, domani potrò godermi meglio il volo.
Graziano è un filosofo, ma lui non sa di esserlo.
Mette in fila le parole calibrandole bene, le appoggia sulla mia anima servendosi della bolla.
Ieri sembrava che il mio ego lo avesse ascoltato, invece stanotte è andato nuovamente a spasso e ... chissà
Ovviamente sarete informati e se tutto va bene ci attendono almeno due sbornie, facciamo tre, perchè Melius abundare quam deficere
E voi che il latino lo sapete bene non mi scassate neh!?!
Sa che mi metto al lavoro altrimenti passa Carlo e mi fa la ramanzina...

martedì 27 aprile 2010

dono senza prezzo

Vanno a spasso di notte, aspettano il buio, il silenzio.
Lacrime.
Lacrime nel vederlo affrontare il funerale quasi in completa solitudine, quel ringraziare i vicini di casa, chiamarli ad uno ad uno, perchè nessuno aveva il coraggio di avvicinarsi troppo.
Quel mettermi tutte le chiavi di casa tra le mani non appena uscito dal carro funebre, quell'espressione seria che si schiude in un sorriso nel vedermi, regalandomi un dono che non ha prezzo.
La sua bambina che mi viene incontro e mi bacia con il suo sorriso timido e gli occhi umidi, quel mio richinarmi per donarle il bacio che l'imbrattatele e fichi&uova mi hanno consegnato tutto per lei al mattino prima di scuola.
Quell'osservare la tomba di famiglia, quella grossa pietra che contiene sotto la sua terra i beni a lui più preziosi, prima di tutto quello della sua adorata moglie.
Quel confessarsi per la prima volta durante il corteo funebre, quel suo ne varrà la pena sacrificarsi così tanto? Raccoglierò i frutti? Ci sarà un momento?
Davvero paga la solitudine nella quale ci caliamo per fare crescere i nostri figli?
Ieri quel corteo ci ha reso ancora più intimi, ancora più stretti.
Conservavo le sue chiavi di casa nelle mie tasche, attenta a non perderle.
Eredità pesante che da domani affronterà, oltre alla quotidianità dell'essere un uomo e un padre solo.
Schiacciato, ieri l'ho visto schiacciato e smarrito.
Oggi ho un dolce compito in più, quello di farlo sorridere.
Difficile credere in Dio, difficile per una donnetta che già crede poco.
Difficile ieri dire io credo.
Ciao Adele, dolce donna, dolce nonna.

sabato 24 aprile 2010

felicità e libertà a pancia vuota


Non ricordavo più di averla fotografata in una calda sera dell'estate scorsa.
Stava là su un muro del borgo antico di Finale Ligure.
Per tutti quelli che... non hanno casa, non hanno lavoro, non hanno pane.
BUON VENTICINQUE APRILE A TUTTI

Ciao Adele, anche tu da qualche ora in libertà.

mercoledì 21 aprile 2010

a caccia degli estensi


Ha dormito tutta notte abbracciata a me, si è addormentata e svegliata ridendo.
Da qualche settimana è una continua citazione di Stewie Griffin e questa mattina è partita con il suo dvd impaziente di farlo vedere ai compagni mentre raggiungeranno le terre degli Estensi.
L'imbrattatele è partita questa mattina, lei e tutta la sua incontenibile energia, lei e il suo robo per gli appunti, lei e il suo album da disegno con l'inseparabile matita.
Pulman a due piani, lei e i suoi compagni nel piano di sopra, non erano ancora partiti e già cantavano a squarcia gola, battevano le mani e urlacchiavano come solo a quell'età si può.
Nel piano di sotto le altre due classi, più serie, contenute.
Qualche genitore nel piazzale si è asciugato le lacrime quando il pulman è partito dando il classico colpo di clacson.
Io prego il cielo che ritorni ancora con la sua incontenibile allegria.
Si va a caccia degli Estensi, nella bella Ferrara.
Si va sulle spiaggie della vicina riviera romagnola, si va a caccia di emozioni, quelle che rimangono per una vita.
La gita dei tre giorni della terza media è servita.
Vado a svegliare fichi&uova, per tre giorni figlia unica

martedì 20 aprile 2010

Quote rosa anche in valle: consulta anziani

Ho un potere che non tutti hanno.
Ho il potere di trovarmi invischiata sempre in situazioni che non mi competono minimamente. Ieri l'apoteosi.
Antefatto: la mia anziana genitrice mi telefona tutta eccitata ed euforica, la primavera stuzzica la sua voglia di evasione verso terre lontane ed esotiche: la riviera romagnola.
Mi rapporta sul colloquio telefonico appena concluso da parte dell'ufficio cultura dell'amministrazione della nostra bella cittadina, che chiede la sua disponibilità ad intervenire ad un incontro in sala consiliare per discutere del prossimo soggiorno marino.
Deve essere stata la somma di parole come "cultura, incontro, consiliare, marino" che ha fatto scattare l'euforia di donna Luisita.
Ora, resta il fatto che: la sala consiliare è difficilmente raggiungibile da un anziano che abbia qualsivoglia problema di deambulazione, essendo posizionato nella parte più alta del nostro caratteristico centro storico, le cui strade presentano un'antichissima pavimentazione di sanpietrini ed in alcuni punti, ammassi di pietre dalla forma arrotondata e/o appuntita, che nella stagione invernale, ricoperte di ghiaccio, il percorrerle è l'opposto del camminare sui carboni ardenti, ancor più per la loro pendenza o discesa, a seconda della direzione intrapresa.
Ragion per cui ho accompagnato Luisita in auto e su sua richiesta ho preso parte a tutta la riunione.
Presenti 21 anziani su una popolazione di circa 15mila persone, ovvero partecipazione popolare.
Pochi ma rappresentativi, donna Luisita era tra le più moderate e questo è tutto dire.
Qualche minuto di acclimatizzazione per capire che ci siamo ritrovate nel bel mezzo del rinnovo del direttivo della consulta del gruppo anziani.
Donne eleggibili UNA, solita vecchia storia.
Donne presenti circa la metà dei ventuno partecipanti, gira e tuira esce fuori un altro nominativo rosa eleggibile et voilà alle votazioni, prendo parte.. non sono anziana ma mi hanno messo tra le mani biro e scheda ed allora mi ci ficco nella mischia e divento sobillatrice.
Le donnette intorno a me chiedono consiglio, sono scatenate.
Le indirizzo verso la quota rosa, si unisce qualche maschietto alla consulta ed alla fine verrà votata con 17 preferenze il nominativo con il fiocco rosa, con applauso scrosciante-
Infine la scelta della località marina.
Il giovane e bel assessore delle politiche sociali spiega i criteri di scelta: quindici giorni nord-centro italia, prezzo considerato totale tra i 460 e i 510 euro, al di sotto si rischia di trovare alberghi troppo scadenti, al di sopra il budget comunale non lo consente.
Sono state inviate le richieste a tutte le località marine nord e centro italia, solo 40 alberghi hanno risposto, tutti concentrati a Rivazzurra e Riccione.
Brusio in sala, Riccione.. riccione.. riccione, è un passaparola.
A Riccione non ci sono mai stati prima, qualcuno dice che c'è vita, bei negozi, bella località, di Rivazzurra ne hanno piene le tasche.
Una sola voce fuori dal coro: "scusate, perchè no la Liguria e il mese di giugno? La riviera romagnola è troppo distante, settembre non sempre è caldo e poi c'è troppa umidità, io ogni anno torno a casa con la bronchite.. io in romagna non ci vengo, scordatevi la mia partecipazione!"
E' perentorio, ostinantamente determinato, termina il suo intervento imbronciato ed offeso.
Ri-brusio, il bel assessore spiega che non è giunta risposta da nessuno dei comuni della Liguria, chiede al nuovo direttivo di lavorare sul soggiorno marino 2011, chissà che non si riesca a trovare un alberghetto decente anche nella vicina Liguria.
Inizio delle votazioni per alzata di mano, vince Rivazzurra con un distacco incisivo.
Ed è la rissa. I votanti si guardano l'un l'altro.. chi chi chi non ha votato per Riccione?
Si ricontano i voti.. e i conti non tornano.
21 partecipanti per un totale di circa 50 voti.
La scelta era su sette alberghi, dei quali è stata mostrata fotografia e caratteristiche, dei quali sei di Rivazzurra e uno di Riccione.
I partecipanti per alzata di mano hanno votato uno o più alberghi.
Annullata la votazione, nuova votazione tra l'albergo che ha ottenuto più voti di Rivazzurra e quello di Riccione.
Chi vota per Riccione?
E la prima mano alzata con tanto di io, io, io è stata quella del partecipante ostinatamente determinato ed imbronciato.
Beata coerenza.
Donna Luisita è al settimo cielo: ha preso parte per la prima volta ad un rinnovo di un direttivo ed ha deciso democraticamente la meta esotica per la sua estate 2010.

martedì 13 aprile 2010

ad Anna Walentynowicz


Anna Walentynowicz.
Ammetto, fino a pochi giorni fa nome sconosciuto.
Spesso le tragedie portano alla ribalta storie inedite o poco raccontate.
La tragedia dell'aereo caduto in terra russa mi ha avvicinata ad Anna, leggo un frammento della sua storia qui.
Anna è orfana e ragazza madre, per potere sostentare i figli e se stessa lavora in fabbrica.
Lo fa su consiglio di un conoscente, che per strapparla alla terra, alla cura degli animali, le suggerisce di scendere in città, di lavorare in una fabbrica, di imparare un mestiere.
E così Anna raccoglie il consiglio, studia e lavora alacremente, togliendosi dallo stato di analfabetizzazione. Manovra le gru in un cantiere navale. I ritmi di lavoro sono massacranti, gli orari anche, la paga pessima.
Si fa portavoce del malcontento e chiede aiuto ai sindacati.
I sindacati respingono al mittente la protesta, Anna chiede ai colleghi di prendere posizione, di autogestirsi.
Viene licenziata perchè antisociale e antisocialista.
Ed è la presa di coscienza dei suoi colleghi, tra i quali un giovane Lech Walesa, il vero colpo di scena.
Il 14 agosto del 1980 i cantieri navali "Lenin" entrano in sciopero, i lavoratori urlano a gran voce il reintegro di Anna Walentynowicz e chiedono l'aumento dei salari.
La protesta si estende a macchia d'olio, altre aziende del litorale baltico si uniscono al coro, qualche giorno dopo nascerà il comitato interaziendale di sciopero che definirà in 21 postulati le richieste da porre al regime, fra cui: diritto di fondare un sindacato libero ed indipendente, libertà di coscienza e di religione, libertà di parola e accesso ai mass media, trasmissione per radio della messa domenicale, liberazione dei detenuti politici.
Anna Walentynowicz viene riassunta ed entra a fare parte di Solinarnosc.
Verrà perseguitata ed arrestata.
La storia di Anna ha appassionato registi e scrittori, nonostante tutto Anna non ha mai amato le luci della ribalta, ha continuato ad essere lavoratrice e mamma, e penso, non si sarebbe mai aspettata un finale di scena così roboante.
Ciao Anna, che la tua storia risvegli le coscienze dei lavoratori degli anni duemila.
Qui un bell'articolo su Solidarnosc.

giovedì 8 aprile 2010

qualche piccola riflessione sulla RU486 e dintorni

Ma davvero a qualcuno interessano i nostri bambini?
Si spendono mari di parole contro la pillola abortiva, si puntano miliardi di dita contro chi ha scelto di ingurgitare la RU486.
Tutti a scagliarsi contro la scelta di una donna, la scelta delle donne, qualche volta la scelta di uomini che accompagnano le loro donne, non del tutto convinte.
E' una questione di gesto?
Quando quell'embrione diventerà un bambino, c'è qualcuno pronto a schierarsi dalla sua parte?
La vita di una madre è piena di difficoltà.
Asili nido e scuole materne che non accettano i nostri figli perchè sovraffollati.
Scuole che rifiutano di servire il pasto perchè la retta della mensa non è stata pagata.
Scuole che aprono alle 8emezza del mattino e non forniscono il tempo pieno.
Madri e padri che escono fuori dal mondo del lavoro ad un'età che difficilmente consente il rientro ed è lontana dall'età pensionabile e disperati si chiedono quale futuro per i nostri bambini?
Bambini che difficilmente riusciranno a continuare gli studi benchè talentuosi.
Se solo ci si spendesse nello stesso modo anche dopo il primo vagito, sì se politica e chiesa si facessero garanti di un tenore di vita adeguato per ciascun vagito, beh allora forse avrebbe un senso tutto questo gran parlare.
Al momento aria fritta.
Stendiamo un velo pietoso sulla chiesa e l'uso dei preservativi o peggio sull'uso di altri metodi anti-concezionali.
E non ci vengano a parlare di astinenza, considerato che neanche i vescovi riescono ad esercitarla..

ps.. quanto costa una scuola gestita da madre chiesa?

E ancora, io ho sempre in mente il faccia a faccia Prodi/Berlusconi in quel di porta a porta. Berlusconi in quell'occasione aveva puntato il dito sulla differenza tra i massimali praticati dalle assicurazioni, sostanzialmente trovata cosa buona il fatto che il figlio di un notaio fosse risarcito, in caso di incidente, con una cifra maggiore rispetto a quella di un figlio di un operaio.
Davvero siamo tutti figli dello stesso Dio? O lo siamo solo in stato embrionale? Per lo stato e per la chiesa ovviamente.

mercoledì 7 aprile 2010

il sindacalista dei bancomat

Tutto è partito da qui
Lilliana con la doppia elle si inforvora quando mi racconta dell'ultima malefatta dell'unicredit.
E' in coda da un'ora e un quarto, non è particolarmente dispiaciuta, Lilliana non è quasi mai di fretta e le code le servono per intessere e approfondire rapporti.
Quando guadagna lo sportello sottolinea il tempo di attesa ed è allora che l'impiegata l'avvisa che è più conveniente prelevare dallo sportello, oddio nel suo caso avendo superato il 65° anno di età da un po' nulla cambia, ma è bene che sappia che il prelievo allo sportello costa una sottrazione dalla somma di tre euro.
"Come?" tuona Lilliana e in aggiunta "e i sindacati cosa hanno detto? come hanno intenzione di muoversi".
L'impiegata scuote le spalle accompagnando il gesto con un sonoro non so.
Lilliana chiede di indicarle l'RSU interna.
In breve si ritrova a colloquio con la rappresentante sindacale, faccia a faccia.
Lilliana si infervora ancora di più, parte un vivace confronto, la rappresentante alza le braccia in segno di resa e contemporaneamente compone un numero telefonico.
Lilliana entra così in contatto con il sindacalista CISL che segue la filiale del piccolo centro della val sangone.
Lilliana è una furia incontenibile, come un caterpiller si avventa sul sindacalista, si fa raccontare come intendono gestire questo aumento ingiustificato.
Dall'altra parte farfugliano qualcosa con dentro la parola Sindone.
La furia è servita.
Lilliana si agita, dice che unicredit deve sentirsi libera di foraggiare il vaticano, ma non con i suoi soldi.
Il sindacalista la rassicura, lei ha passato i sessantacinque, è esente dalla tassa.
La furia è servita due volte.
Lilliana parla a nome di tutti i correntisti, Lilliana parla a nome di tutti gli impiegati bancari.
Lilliana apre gli occhi al sindacalista, gli racconta le prospettive che possono celarsi dietro la manovra dei tre euro, nomina la parola tagli di personale, lo definisce sindacalista dei bancomat, che presto avrà a che fare solamente con il meccanico che ripristinerà i guasti delle macchinette dispensatrici di soldi.
Il sindacalista le chiede i suoi trascorsi lavorativi, Lilliana fa un sunto.
Il sindacalista le chiede la sua appartenenza sindacale.
La furia è servita tre volte.
"non certo il suo" risponde
Accusa la CISL di essere passata dal retro di palazzo grazioli, che il capo del suo sindacato è venuto a saperlo solo il giorno dopo e che è vero che non è proprio un santo, ma almeno non si mercifica come gli altri due marchi.
E ancora ancora ancora.
Alla fine della telefonata il sindacalista chiede a Lilliana il suo nome e cognome.
Lilliana risponde che se vuole può annotarsi anche il codice fiscale.
Il giorno dopo il sindacalista chiamerà l'RSU per chiedere ammenda, per sottolineare che la telefonata di Lilliana lo ha scosso enormemente, che erano anni che viveva nel torpore, che è molto strano che in quel della val sangone Napoli la faccia da padrone.. perchè Lilliana vale almeno cento, forse anzi sicuramente molti di più.
E' contenta Lilliana mentre me lo racconta, le guance si colorano di rosso.
Alla fine mi abbraccia e mi sussurra "non farti mai schiacciare, combatti".
Poi aggiunge "finchè sarò in vita, non consentirò mai a nessuno di cancellare anni e anni di lotta, neanche al sindacalista dei bancomat"

lunedì 5 aprile 2010

echecavolo!

Saperlo in un letto d'ospedale, in rianimazione, mi annienta.
Direi che può bastare questo periodo.
Periodo di lutti, di disoccupazione, di addii.
Mario è un mio grande amico, amico dal giorno in cui ho cambiato vita e casa.
Mario è grande come il suo corpo.
110 chili di amicizia, quasi totalmente cieco, una voce profonda e una risata allegra, acuta.
110 chili di allegria.
Mario ha da sempre lavorato per una grande assicurazione.
Ha iniziato dal basso, guardandosi intorno, assorbendo il mestiere come una spugna.
Fino al giorno in cui un collega si è schiantato con il parapendio, più di tre mesi di riposo forzato.
Grossa coda quel giorno allo sportello risarcimento danni.
Poi Mario si tuffa, chiede l'autorizzazione di rimpiazzare il collega.
Quel lavoro lo ha imparato facendo la spugna, osservandolo lavorare.. in silenzio.
Il responsabile di Mario è titubante, poi le proteste dei clienti lo inducono a provare.
Un successo, in breve Mario snellisce la coda.
Promosso sul campo.
Passano i mesi e la dirigenza si rende conto che con Mario si va al risparmio, qualcuno in precedenza gonfiava i rimborsi traendone personale vantaggio.
Quando il parapendista è rientrato ha trovato la scrivania di fronte a quella di Mario.
Sei mesi di lavoro parallelo, poi le dimissioni spintanee del parapendista.
E sono stati anni di carriera, Mario mi racconta che avrebbe potuto diventare ricco se avesse voluto, per fortuna è nato con una certa etica attaccata al cuore e all'anima, e ancora adesso mi dice abbassando il tono della voce: " anche adesso che sono ammalato e cieco, se potessi tornare indietro, lavorerei con la stessa onestà. Quell'onestà che mi ha permesso di farmi amare, cercare" Poi la malattia: il diabete lo aggredisce, gli toglie la vista.
Non è più rappresentativo per la grande compagnia assicurativa.
Mario mercanteggia, pensa alla sua famiglia, cerca di portare a casa il più possibile.
Quando lo incontro per la prima volta, Mario percepisce da poco una pensione d'invalidità.
A parte la cecità e le ulcere che continuamente gli fanno sanguinare le gambe, è lucido e avrebbe ancora voglia di lavorare, una forte necessità di lavorare.
Mi asciuga le lacrime quando scoraggiata vado a trovarlo nelle calde serate estive.
Mi riempie di consigli, mi infonde il suo ottimismo e il suo buonumore.
Urla di amarmi, di volermi sposare.
Gli ricordo che è già sposato, che già ama. "E' un dettaglio" mi risponde.
Pina, la sua Pina ride scuotendo la testa.
Ridiamo insieme, tutti e tre come bambini. Vede e sente i nostri sorrisi e aumenta la dose.
Ieri Mario ha iniziato il suo calvario.
Reni, cuore e polmone non ne vogliono sapere di lavorare insieme.
Ora smette uno, poi riprende, poi smette l'altro e ancora e ancora.
E' in coma farmacologico, sedato in attesa che la situazione migliori.
Pina, ha un nodo in gola e gli occhi gonfi. Mi rendo disponibile per la loro piccola bambina, compagna di f&u. Da domani ce ne prenderemo cura noi cercando di sollevarla, metto a disposizione degli amici la mia disoccupazione.
Io sono in attesa e imploro un miracolo.
Il miracolo del dopo Pasqua.
E a chi dimora lassù io dico.. "echecavolo, spostare un tantino lo sguardo no eh?!"